Depressione post patrum

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Depressione post patrum

La Depressione postpartum consiste di una depressione che esordisce entro 3-6 mesi dalla nascita di un figlio; la depressione che insorge dopo questo periodo viene considerata un episodio depressivo maggiore e non una depressione postpartum.

I sintomi della depressione postpartum sono gli stessi che si osservano negli episodi depressione maggiore.

La depressione postpartum è molto meno frequente, circa il 10% delle partorienti, dei sentimenti di tristezza lievi e transitori (da poche ore a pochi giorni) che colpiscono il 70% delle neo mamme.

Questa forma di Depressione può durare da poche settimane  ad un anno o più e, se non trattata, può divenire cronica.

Le cause della depressione postpartum sono probabilmente molteplici includendo:

una vulnerabilità genetica a sviluppare un disturbo affettivo, una storia di malattia affettiva,

tratti di personalità, stili relazionali disfunzionali, fattori sociali (per es. mancanza di un partner o di sostegno familiare, problemi economici ecc.), fattori fisiologici ( cambiamenti ormonali, complicanze fisiche associate al parto, farmaci ecc.).

Alcuni dei seguenti elementi possono essere predittivi di una depressione post partum:

  • indicatori pre natali: gravi sindromi premestruali, problemi relazionali col partner o i genitori, scarso sostegno sociale, tratti di personalità (personalità ansiose o ipersensibili), lutti recenti, depressione durante la gravidanza, storia familiare di disturbi mentali, eventi stressanti di vita (malattia del partner, trasloco, cambiamenti di lavoro ecc.), gravidanza indesiderata, ansia ingravescente durante la gravidanza, problemi durante precedenti gravidanze,
  •   indicatori post natali: malattie o malformazioni del bambino, complicanze durante il parto come necessità di parto cesareo, bambino esito di rapporto sessuale indesiderato, parto prematuro, non volontà di tenere il bambino, sentimenti negativi nei confronti del bambino, scarsità di contatto oculare, sonno aumentato o ridotto, difficoltà di alimentazione, bambino con carattere difficile, presenza di coliche o reflussi nel bambino.

E’ importante che i clinici pongano attenzione per determinare la presenza o meno di questi indicatori, è importante che gli operatori sanitari facciano attenzione alla salute psichica della madre e non solo alla salute fisica sua e del bambino.

Il trattamento della depressione postpartum prevede:

  • dare informazioni sul disturbo: è molto utile che le donne sappiano che la depressione postnatale è un disturbo comune e che non è un segno di incapacità o fallimento come madre.
  • Sollecitare la donna a parlare apertamente della sua relazione col partner, delle preoccupazioni riguardanti il suo nuovo ruolo di madre, dei sentimenti ambivalenti nei confronti del bambino e informarla che questi sentimenti sono comuni.
  • Organizzare un sostegno pratico: organizzare un aiuto per la gestione del bambino tramite parenti, amici od organizzazioni di sostegno.
  • Coinvolgere il partner
  • Fornire sostegno psicologico aiutando la donna ad esprimere i suoi problemi ed a riflettervi in modo razionale nell’ambito di una relazione empatica e confidenziale.
  • Terapia cognitiva o interpersonale. Lo scopo della terapia cognitiva consiste nel rimpiazzare i pensieri disfunzionali come “sono una cattiva madre” o “è tutta colpa mia”  con pensieri più realistici. E’ necessaria la disponibilità di un terapeuta addestrato.
  • Farmaci antidepressivi. La terapia farmacologica è necessaria quando: la depressione è grave, sono presenti disturbi psicomotori e vegetativi, è concomitante un disturbo di panico, non c’è stata risposta ai trattamenti non farmacologici.

Gli inibitori della ricaptazione della serotonina  vengono utilizzati come farmaci di prima scelta; sebbene non del tutto controindicato  l’allattamento viene generalmente interrotto ( i farmaci sono presenti nel latte materno).

Fino ad oggi la prevenzione della depressione postpartum ha ricevuto scarsa attenzione, tuttavia alcune strategie sono utili per ridurre il rischio di sviluppo di questo disturbo, in particolare:

  • Educazione prenatale: include informazione sul disturbo e sulle difficoltà connesse all’ accudimento di un bambino e su come riconoscere e far fronte ai problemi.
  • Aumentare le capacità di affrontare i problemi e gestire lo stress: tecniche di rilassamento, ristrutturazione cognitiva, training di assertività sono utili per prevenire la crescita dei livelli di stress e le difficoltà a farvi fronte. E’ utile incoraggiare le donne ad utilizzare le tecniche che sono state loro utili in passato e a migliorare la loro rete sociale se questa è deficitaria.

Inoltre in  quest’epoca di restrizioni alle spese sanitarie  con rapida dimissione dall’ospedale delle puerpere, è utile avvisare le madre di organizzarsi per avere un aiuto a casa (amici, parenti, aiuto professionale) per almeno 2 settimane

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