
La descrizione della depressione è stata documentata già molti anni fa ai tempi dell’antica Grecia, negli scritti di Ippocrate.
Nel ventesimo secolo le ricerche hanno cercato di classificare i diversi tipi di depressione.
C’è ancora un dibattito aperto riguardo le tipologie e le cause del disturbo.
Attualmente le teorie includono:
Depressione primaria versus secondaria: la depressione si verifica in modo indipendente o come una manifestazione di un altro disturbo psichiatrico (ad esempio il disturbo bipolare) o di problemi di tipo medico ( ad esempio disturbi della tiroide, infezioni, anemia, malattie neurologiche in seguito ad un trauma cranico) o come effetto collaterale di un’altra condizione medica oppure secondaria all’uso di sostanze ( alcol, cannabis, cocaina, anfetamine, ecc.).
Depressione reattiva versus endogena: la depressione è una diretta conseguenza di eventi di vita oppure sorge senza un’apparente motivo.
Teorie biologiche: i ricercatori hanno trovato dei cambiamenti nella regolazione delle “amine biogene”: elementi chimici del cervello (i neurotrasmettitori), quali la serotonina e la noradrenalina. Potrebbero essere coinvolti anche altri sistemi ormonali corporei e il sistema immunitario.
Influenze genetiche: i parenti di primo grado di una persona con disturbo depressivo maggiore hanno un rischio 2-3 volte maggiore di avere un episodio depressivo nella loro vita.
Influenze psicologiche e sociali: le persone tese ed ansiose potrebbero essere maggiormente a rischio di depressione. Eventi di vita avversi potrebbero precedere un episodio depressivo: avversità durante l’infanzia, perdite importanti in età adulta e bassi livelli di supporto sociale (amici e comunità) potrebbero comportare un aumento del rischio.